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Lo psicologo e psicoterapeuta statunitense Wayne W. Dyer è una delle massime autorità nel campo della crescita personale.

Nel suo libro intitolato “Le vostre zone erronee” ci aiuta a scardinare tutte quelle convinzioni (le “zone erronee”, appunto) che di fatto ostacolano la nostra vita, ma che consideriamo connaturate in noi.

Questo articolo vuol essere un piacevole spaccato dell’opera, nonché un gentile invito alla sua lettura.  Siamo fermamente convinti, infatti, che possa rivelarsi uno di quei “libri salva-vita” di cui ognuno di noi ha bisogno.

Buona lettura!!

“Cambiare costa. Se sei come la maggior parte della gente, ogni fibra del tuo essere opporrà resistenza all’arduo impegno di eliminare i pensieri che corroborano pensieri, stati d’animo e comportamenti che ti portano a perdere.”

Wayne W. Dyer

Partiamo da un presupposto: le persone hanno paura di cambiare perché temono di perdere la propria spontaneità.

Niente di più sbagliato. Ma andiamo al principio ed esaminiamo da cosa deriva questa strenua resistenza al cambiamento.

Il presupposto fondamentale è uno: qualsiasi comportamento non è mai totalmente spontaneo, ma appreso.

Che sia stata la società o la famiglia, è totalmente impossibile che un individuo conservi inalterati i suoi  tratti comportamentali durante la crescita.

Facciamo un esempio concreto. Se fossimo nati in Oriente, avremmo imparato a mangiare a gambe incrociate sul pavimento. Ma, poiché viviamo dall’altra parte del globo terrestre, consideriamo normale sederci a una sedia per pranzare o cenare.

O ancora: in Giappone ruttare rumorosamente a fine pasto è considerato un segnale di gradimento, qui in Occidente, un vistoso simbolo di maleducazione.

Tutto dipende da cosa e come ci è stato insegnato. Pensa alla spontaneità del te stessə bambinə e a quellə che consideri il/la te stessə spontaneə di oggi.

C’è una bella differenza, no?

Nel corso della vita, volenti o nolenti, ci siamo dovuti confrontare con regole di comportamento predeterminate. Sono in fondo le stesse che ci permettono di convivere in armonia con la società in cui ci troviamo.

Molto banalmente: a nessuno piace avere a che fare con una persona maleducata e con scarsa cura di sé. Sono le regole base del vivere civile.

Ecco quindi scardinata la prima convinzione che, secondo l’autore, ci impedisce di crescere: il pensare di essere immutabili, il credere che cambiare ciò che di noi non ci piace ci porti a perdere la nostra essenza.

La realtà è che se ci accorgiamo che un tratto di noi inizia a starci stretto – vedi la tendenza a procrastinare o l’essere troppo pigrə e disorganizzatə – significa che il nostro Io interiore non è in armonia con ciò che siamo.

Semplicemente rimaniamo ciechi e sordi alle richieste del nostro inconscio, facendo finta di non accorgerci che qualcosa non sta andando come realmente vorremmo che andasse.

Ecco, quindi, che ad ogni capitolo del saggio s’intraprende un viaggio metaforico dentro di sé. Ad ogni passo corrisponde un preconcetto da scardinare.

Si parte dal “Rispondere di se stessi”, ovvero dall’assumersi la piena responsabilità della propria vita.

Cosa significa?

Il primo passo è valutare la propria esistenza alla luce delle scelte intraprese fino a questo momento.

“Diventare più felice e più efficiente significherà acquisire una maggiore consapevolezza delle scelte che puoi fare. TU SEI LA SOMMA DELLE TUE SCELTE.”

Lo step immediatamente successivo è imparare ad amarsi. “Distruggere il mito secondo il quale avresti un unico concetto di te stesso, o sempre positivo o sempre negativo.”

E si continua a colpi di:

  • rinuncia al costante bisogno dell’altrui approvazione, anche quella viscerale che nutriamo nei confronti dei nostri genitori
  • liberarsi dal passato, ovvero ammettere che siamo esseri in costante cambiamento. Ritenersi immutabili, rinchiudersi dentro le etichette non è che rinuncia a priori ad ammettere il proprio potenziale di crescita infinito
  • abbattere le convenzioni, al grido di “nulla è assoluto” l’autore ci insegna che non esistono regole o leggi che procurino il massimo del beneficio o del detrimento in ogni circostanza

Passando attraverso l’analisi delle motivazioni alla base di procrastinazione, paura dell’ignoto o del senso di dipendenza che sviluppiamo spesso inconsciamente nei confronti di genitori o partner.

Insomma, un saggio molto intenso che, pur nella sua brevità ci aiuta a far chiarezza su molti aspetti delle nostre vite che spesso sottovalutiamo, proprio perché li ereditiamo spontaneamente dalla società.

Il nostro vuol essere, dunque, un invito a conoscersi davvero e acquisire la forma mentis e i comportamenti della versione migliore di sé stessi che si ambisce a diventare

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